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KOSHERFEST SECAUCUS, NEW JERSEY 11-12 NOVEMBRE 2014

 

Il progetto di “Promozione delle certificazioni agroalimentari del Made in
Italy” promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, ritorna nuovamente
negli Stati Uniti, con uno spazio espositivo al KOSHERFEST (11 – 12
novembre 2014) presso il Meadowlands Exposition Center di Secaucus nel
New Jersey.
PERCHÉ PARTECIPARE
Questa manifestazione, giunta alla sua 26° edizione, è dedicata
esclusivamente ai prodotti con certificazione kosher,è l’unico appuntamento
di questo genere negli Stati Uniti e rappresenta, quindi,la porta di ingresso
più importante per raggiungere questo particolare gruppo di consumatori. I
visitatori del Kosherfest coprono l’intero mondo legato al mercato kosher:
ristoranti indipendenti,punti vendita specializzati, grandi catene di
distribuzione e ristorazione, tutti alla ricerca di nuovi prodotti, nuove idee e
nuove connessioni nel settore kosher.
Alcuni dati di riferimento del segmento kosher statunitense:
• Popolazione americana di fede ebraica: 5,2 milioni di persone*
• Prodotti Kosher presenti nei supermarket USA: 125mila
• Numero di consumatori di kosher negli USA: 12,1 milioni di persone
Di questi:

  •  il 55% – cerca cibo salutare e sicuro
  •  il 38% – è vegetariano o cerca prodotti vegetariani anche per credo religioso
  •  il 16% – mangia halal
  •  l’8% – li trova buoni
  •  l’8% – consuma solo prodotti Kosher

*l’American Jewish Yearbook dell’American Jewish Committee stima 6 milioni di unità
* indaginetramite questionario a rispostamultipla

Firma del protocollo d’intesa tra l’Associazione Italo Israeliana e la Facoltà di Veterinaria

Nell’Aula Magna del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animali dell’Università Federico II, è stato sottoscritto stamane un protocollo d’intesa tra l’Associazione Italo Israeliana per il Mediterraneo e la Facoltà di Veterinaria, con l’obiettivo di riqualificare e valorizzare il patrimonio agro alimentare italiano e la dieta mediterranea, nel rispetto dei principi della dieta kosher. Ad un pubblico di studenti e studiosi degli alimenti, hanno portato i saluti il Prof. Luigi Zicarelli, Direttore del Dipartimento, Prof. Maria – Luisa Cortesi, Direttore della Scuola di Specializzazione, e Marco Mansueto Presidente dell’AIIM, Hanno fatto seguito la relazione della Dott.ssa Raffaella Mercogliano sulla macellazione degli animali e l’intervento del Rav. Scialom Bahbout, rabbino capo di Napoli e del Mezzogiorno. Al termine degli interventi che hanno convenuto sulla necessità di una maggiore e più stretta collaborazione sui temi dell’alimentazione tra mondo accademico, associazioni e organismi religiosi, è stato sottoscritto il protocollo d’intesa.

Il Rabbino Capo di Napoli e del Mezzogiorno ha incontrato il Ministro della Salute

Il Rabbino Capo di Napoli e del Mezzogiorno ha incontrato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per discutere sul rapporto tra la sicurezza alimentare e i protocolli della kasherut, cioè le norme alimentari secondo la tradizione ebraica. A tal proposito poniamo alcune domande al Prof. Scialom Bahbout:

Signor rabbino, cosa c’entrano delle norme religiose con la sicurezza alimentare?

C’entrano eccome! La società moderna si rende conto che ciò che entra nella bocca è non meno importante di ciò che ne esce. L’ebraismo ha sempre avuto un’attenzione particolare nei confronti di tutti gli alimenti e questo non solo perché come diceva il filosofo Feuerbach “l’uomo è ciò che mangia”, ma perché l’uomo deve distinguersi dagli altri esseri anche attraverso ciò che mangia. In effetti ognuno dedica ogni giorno parecchio tempo alla sua alimentazione e questa deve essere un’occasione anche di riflessione.

Ma perché l’alimento kosher sarebbe più sicuro?

Ogni alimento kosher è sottoposto a una serie di controlli che ne garantiscono la qualità e questa viene certificata attraverso verifiche continue che vanno dall’inizio alla fine della produzione e naturalmente non sono ammesse contraffazioni.

Tutti gli alimenti devono essere sottoposti a controlli?

In linea di principio si, anche se talvolta i controlli del Ministero della Sanità potrebbero essere sufficienti. Ovviamente i controlli variano da alimento a alimento. I più complessi sono gli alimenti di origine animale che necessitano di esperti per la macellazione e il controllo (talvolta ciò che viene approvato dai veterinari viene escluso dal rabbino); l’alimentazione ebraica esclude la possibilità di consumare alimenti contenenti latticini e carni, cosa che ha un’influenza sul piano della dieta; se un alimento è dichiarato “Parve”, cioè che non contiene né carne né latte, chi è allergico al lattosio può essere certo di non trovare residui di latte perché deve poterlo mangiare in un pasto di carne; lo stesso dicasi per alimentiche non contengono glutine: i celiaci possono stare tranquilli che non è possibile che esistano anche poche parti per milione di glutine.

Vi sono regole per il controllo della salute dell’animale?

Certamente, perfino di natura psicologica: non si può macellare nello stesso giorno la madre e il figlio. Bisogna evitare di sottoporre gli animali a stress particolari. Esiste un precetto per cui è proibito procurare dolori a un animale ecc.

Come reagiscono i mercati rispetto a un prodotto certificato kosher?

In alcuni paesi viene assunto come prodotto biologico anche se si tratta di due tipi di certificazione diverse. Ritengo che l’attenzione dei clienti verso i prodotti kosher sia in costante aumento sia in Italia che all’estero.

 

Dai carciofi alla giudia a ‘concia’, papa Francesco pranza col menu kosher

Roma – (Adnkronos) – Il Pontefice per accogliere una delegazione argentina a pranzo, ha optato per le specialità della cucina giudaico-romanesca preparati dal ristorante ”Ba’Ghetto” del quartiere ebraico di Roma

 

FOOD IN CAMPANIA

DAL 13 AL 15 DICEMBRE –  STAZIONE MARITTIMA (NAPOLI)

Eccellenza e qualità in mostra.

FOOD IN CAMPANIA nasce per valorizzare e rafforzare la credibilità dei prodotti campani, in un momento in cui la questione sulla ‘Terra dei fuochi’ è uno degli argomenti più trattati dai media. L’evento ha quindi l’obiettivo di far chiarezza sulle numerose polemiche e speculazioni che le eccellenze campane subiscono quotidianamente e di rassicurare i consumatori attraverso incontri, interviste ed esposizioni di imprese che, a sempre, si contraddistinguono per la produzione di eccellenze uniche al mondo.

 

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Kosher: la nuova frontiera del made in campania

di Pierluigi Frattasi da il “Roma”

Mozzarella, limoncello, pasta di Gragnano kosher. Il made in Campania si prepara ad invadere le tavole di milioni di ebrei nel mondo. Kosher sono gli alimenti selezionati per la dieta ebraica, che devono rispondere a rigorosi requisiti di qualità e controlli su tutta la fase della lavorazione. Sono kosher solo le carni scelte di particolari animali. Anche i criteri di macellazione devono essere conformi alla Torah, la legge ebraica, nel rispetto assoluto dell’animale. Oggi, il kosher è un mercato in continua crescita. A Parigi, New York e Roma rappresenta la nuova frontiera del gusto. Sempre più aziende chiedono la certificazione kosher per i propri prodotti, che altrimenti sarebbero completamente esclusi dal mercato ebraico. In Campania, il kosher è approdato da poco, ma già comincia a fare proseliti nei settori più dinamici dell’imprenditoria e del turismo. Le opportunità di sviluppo sono elevate, in particolar modo in due direzioni: export dei prodotti locali d’eccellenza e ospitalità. Gli alberghi kosher, infatti, sono rarissimi nel Mezzogiorno, nonostante la richiesta dei tour operator sia alta. Il 20 dicembre, l’Associazione “Napoli” di Marco Mansueto, in collaborazione con l’associazione Italo-Israeliana per il Mediterraneo, ha chiamato a discuterne imprenditori, banchieri e studiosi in un incontro tenutosi presso l’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino. A confrontarsi sul tema, il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Napoli, Amedeo Manzo, il presidente dell’ente bilaterale per l’industria del Turismo di Confindustria, Cesare Foà, il vicepresidente del Turismo dell’Unione Industriali, Vincenzo Borrelli, ed il rabbino capo di Napoli e del Mezzogiorno, Shalom Bahbout. «Lo stile kosher – sottolinea il presidente Manzo –, basato sulla legalità, la trasparenza e l’identificazione del prodotto, sposa in pieno i principi della Bcc. In questi anni di crisi, l’internazionalizzazione, l’esportazione, la ricerca di prodotti e di sistema sono requisiti fondamentali per le piccole e medie imprese che vogliono competere sul mercato e sopravvivere. Compito delle banche è accompagnare finanziariamente queste iniziative verso mercati oggi ancora poco sviluppati, come l’Africa, il Medio Oriente o le Americhe che sono ad un click dal nostro mondo. Questo ruolo si addice ancora di più ad una banca di credito cooperativo, come la nostra, che risponde anche ad altri criteri, che non siano solo quelli della mera massimizzazione del profitto. A breve, la Bcc di Napoli introdurrà due nuovi livelli di ranking delle imprese, non basati su preistorici logaritmi o su dati esclusivamente quantitativi, ma che tengano conto anche della capacità progettuale, della vocazione alla solidarietà e del rispetto della legalità (dipendenti inquadrati, contributi e permessi in regola) da parte delle imprese. Il kosher – prosegue Manzo – è in linea con questi indirizzi. Per questi motivi, intendiamo, se ci saranno i presupposti, avviare una campagna di accompagnamento con finanziamenti ad hoc a tassi agevolati per tutte le piccole e medie imprese che vogliono certificarsi e rispondono a questi criteri e requisiti». In Campania, la società pioniere nella certificazione è la Kosher Italy, che nel Belpaese ha già rilasciato il bollino kosher a molti grandi marchi, tra i quali Nutella, Ferrarelle, Riso Scotti, Amaro Ramazzotti, Algida ed Heineken. «La certificazione kosher per i prodotti campani – spiega Marco Mansueto – non solo rappresenta una grande opportunità di internazionalizzazione per le aziende locali, ma offre al consumatore, anche non ebreo, un’ulteriore garanzia di qualità, grazie ai controlli rigorosi che vengono effettuati periodicamente». E la richiesta dei prodotti campani sulle tavole ebree è altissima. «In particolare – afferma il rabbino di Napoli Shalom Bahbout – c’è grande interesse per i formaggi ed i vini, la mozzarella, la pasta di Gragnano ed il limoncello. Gli ebrei ortodossi acquistano e consumano solo prodotti certificati kosher, che assicurano la massima trasparenza sui processi di produzione fin dall’origine e sono nel mondo sinonimo di qualità ed affidabilità. Lo stile kosher, inoltre, è riconosciuto anche nel mondo musulmano». Per Cesare Foà, «la diffusione del kosher tra le strutture alberghiere darà vita ad una nuova forma di turismo. L’Hotel Tiberio di Capri si è proposto come apripista nel settore, adottando lo stile kosher dal dicembre 2012. Anche Msc, ad esempio, ha cominciato ad organizzare crociere kosher ed i risultati sono positivi. A breve avvieremo i corsi di formazione kosher per le imprese». Concorda Enzo Borrelli: «Le potenzialità del kosher sono emerse durante il G7 e la Coppa America, quando la domanda è stata molto alta e per soddisfarla, in assenza di strutture campane, siamo stati costretti a reclutare il catering da Roma. Per stare al passo, con la Regione promuoveremo un sistema di finanza agevolata per le imprese che adottano il kosher».